Workshop 10 giugno: Ti ricordi quando ero grande?

6 ore formative presso la sede di Ohana, per insegnanti, educatori ed aspiranti tutor!

Il gioco è una cosa seria

Ohana ribadisce questo assioma con il workshop del prossimo 10 giugno. Ohana riconosce infatti che il gioco rappresenta un potente mediatore per l’attivazione dei processi dell’apprendimento. Il gioco forma la personalità, prepara alle regole, sostiene la sana interazione sociale.

Ti interessa approfondire?

Ohana ha elaborato un protocollo metodologico e vuole condividere le sue buone pratiche, mettendo a disposizione di educatori, docenti e professionisti della scuola il suo sapere. Il «metodo Ohana» è pensato anche per te: potrai approfittarne per supportare le funzioni esecutive dei tuoi discenti!

L’appuntamento

Gli interessati possono contattare la segreteria, prenotarsi e recarsi in sede il 10 giugno 2023 alle ore 9:00.

Vi aspettiamo!

Perché la guerra? Perché l’educazione?

Marta Mariani, docente di lettere e dottore di ricerca in italianistica, terrà una lezione divulgativa sul carteggio tra Albert Einstein e Sigmund Freud.

Per prenotare un posto ed assistere alla lezione non dimenticare di compilare questo modulo!

Perché una lezione sulla guerra e sull’educazione?

Ci troviamo immersi in un’epoca non così confortevole. Pandemia, guerra, transizioni sistemiche sono al centro del battage mediatico e, soprattutto, al centro delle nostre vite. La dimensione della precarietà dell’esistenza o, come direbbe Freud, della caducità, si fa ormai sempre più chiara, tanto da essere ineludibile.

Vale la pena di capire come immaginarono di risolvere l’odio, la guerra e il rancore sociale le più grandi menti pensanti del Novecento

Un interessante scambio di lettere tra intellettuali

Agli inizi degli anni Trenta, quando ancora la Seconda Guerra mondiale poteva forse essere evitata, Albert Einstein scrisse una lettera indirizzata a Sigmund Freud. Lo scienziato, nientemeno che il genio della relatività, volle chiedere il parere del padre della psicoanalisi: voleva sapere dal grande analista dell’animo umano e dei recessi della psiche, in che modo si potesse evitare la guerra.

Freud rispose, al «Caro signor Einstein» nel settembre del 1932. Trattò temi fondamentali come la questione dell’etica, del diritto e della violenza. Espresse le sue ovvie riserve, ma dichiarò senza mezzi termini una ferrea convinzione.

Tutto ciò che promuove l’evoluzione civile, lavora a contrastare l’orrore della guerra.

Sabato 5 novembre alle 10:30

Il nostro appuntamento con la Professoressa Marta Mariani, previsto nella mattinata del primo sabato di novembre, potrà essere un’ottima occasione per approfondire le opinioni dei celebri pensatori e scienziati. Noi di Ohana crediamo infatti che la promozione della cultura possa alimentare la fiducia nel domani, nelle persone, nel senso di comunità.

L’ingresso è libero! Non mancare!

Lo spazio educativo

L’ambiente più consono all’apprendimento è un luogo protetto, uno spazio ospitale, dove gli oggetti sono costruiti e pensati per gli educandi, ispirati tuttavia alle potenzialità delle cose naturali.

Spazio e ambiente

Per favorire la dinamica dell’apprendimento che, lo ricordiamo, non va intesa come qualcosa di lineare di geometrico, al contrario, come un processo artigianale e relazionale, ricco di fluttuazioni, di battute d’arresto, di assestamenti, di progressi consolidati e poi incorporati, è indispensabile costruire un ambiente accogliente, vivace, stimolante. Il concetto di ‘spazio‘ si addice pienamente al caso: uno spazio è un luogo potenzialmente occupabile, tridimensionale, che offre ai discenti il modo di essere, agire, interagire, riflettere.

spazio educativo

Arredi e gerarchia

Una intelligente interrogazione sull’adeguatezza dei setting attualmente in uso presso le scuole è stata auspicata dai più grandi pedagogisti di ambito internazionale, eppure è abituale entrare in un’aula scolastica e ritrovare gli arredi di una scuola ‘antica’, dedita alle lezioni frontali, ad una didattica di tipo meramente trasmissivo, che pone quindi al centro il docente, quale detentore di una sapienza con cui tenterà di ‘contagiare’ il gruppo dei discenti, i quali a loro volta avranno presto la consapevolezza di un senso di ‘inferiorità’ che è sovente (e illegittimamente) associato al senso di inadeguatezza.

Capovolgere il punto di vista

Oggi è risaputo che questa prospettiva merita di essere ribaltata: al centro vanno posti i discenti, intesi come individui e come elementi di una ‘societas‘ (per cui la classe diviene, nel piccolo, un modello di vita civile). Per capovolgere anche nei fatti e nella dimensione contingente il modello obsoleto della scuola ottocentesca, è necessario partire dagli arredi, dagli oggetti, dalle cose.

spazio educativo

Oggetti significativi

Nella nostra esperienza abbiamo spesso notato l’utilità di impiegare oggetti dalle forme semplici e varie, meglio se costruiti in modo eco-compatibile. Arredi ottenuti sagomando assi e tavole di legno, stondati sugli spigoli e decorati con colori vivaci, primari o pastello, partendo da forme solide elementari, come cubi, sfere, parallelepipedi, tronchi di cono, suggeriscono di per sé, agli educandi, da un lato, i principi della geometria piana e solida, dall’altro, la possibilità di applicare i saperi più puri (come quelli pitagorici ed euclidei) alla realtà empirica.

Polifunzionalità e ideazione

Tanta parte del problem solving è sollecitata anche dal riuso del medesimo oggetto in contesti situazionali diversi. Nello spazio educativo, uno stesso cubo, utilizzato come sedia, può diventare una scala, mentre un parallelepipedo retto può essere usato sia come mobile, sia come unità di misura per uno dei tanti giochi possibili. Assecondare la polivalenza delle cose, sfruttarne massimamente il valore educativo, significa simulare, in un ambiente protetto e pedagogicamente leggibile, lo spazio naturale, dove un sasso può diventare ‘schiaccianoci’, ‘pallina’, ‘gessetto’, ‘dardo’, ‘elemento unitario e numerico’. Emulare lo spazio potenziale degli ambienti naturali, preservando gli educandi dagli usi impropri (e quindi prevenendoli e stornandone l’offensività) significa ottimizzare la dinamica dell’apprendimento, favorire la socialità, la creatività, l’ideazione di progetti tesi alla soluzione di problemi ricorrenti.

Marta Mariani

Camp 2022

Cinque giorni di entusiasmo per l’edizione 2022 del Camp di Ohana!

Cos’è?

Ohana Camp consiste in un soggiorno estivo. In questo anno l’uscita di più giorni è calendarizzata dal 18 al 22 di luglio.

Il campo estivo è pensato per offrire agli adolescenti delle esperienze educative piene di significato, utili per l’affinamento di competenze sociali e relazionali e per il consolidamento di abilità più tecniche, purtroppo recentemente trascurate a causa del confinamento del periodo covid.

A chi è rivolto?

Preadolescenti e adolescenti dai 13 ai 18 anni sono invitati a partecipare! Il Camp è pensato per loro, per consentire loro di vivere delle esperienze coinvolgenti ed emozionanti nella natura!

È infatti noto che passeggiare nella natura e respirare aria pulita aiuta a disintossicarsi dallo stress, a ritrovare un equilibrio interno, pacifica i conflitti emotivi e riporta le persone al centro di se stesse. Sono tutti ottimi motivi per partecipare al Camp e sperimentarsi in nuovi contesti!

Dove si terrà?

Il Camp di Ohana si svolge sempre in località naturalistiche mozzafiato! Per questa estate, Ohana proporrà ai partecipanti delle esperienze educative e riequilibranti (dopo la faticosa pandemia e il confinamento dell’ultimo biennio) presso il Parco Nazionale d’Abruzzo, a Civitella Alfedena!

Curioso di saperne di più?

Ohana ha organizzato un open day per genitori e ragazzi interessati al Camp. Il 27 giugno dalle 18:00 alle 19:30 gli organizzatori e i referenti del Camp ti aspettano in sede per ascoltare le tue domande e accogliere le tue richieste! Per ulteriori informazioni, visita la pagina dei Contatti.

Preparati all’avventura!

Per i ragazzi, Ohana ha anche previsto degli incontri propedeutici, utili per entrare nello spirito del Camp. Dal 4 all’11 luglio, dalle 18:00 alle 19:30, puoi raggiungere gli organizzatori del Camp in sede e prepararti al meglio per questa fantastica avventura, per conoscere i ragazzi e le ragazze con cui condividerai i cinque giorni di esperienze naturalistiche!

Non mancare!

Hop hop!

Hop hop è il laboratorio di potenziamento e recupero dei prerequisiti di Ohana!

Per chi?

Per coloro che frequentano l’ultimo anno dell’infanzia, ma anche il primo o il secondo anno della primaria e vogliono:

  • Consolidare i prerequisiti degli apprendimenti;
  • Recuperare nozioni e competenze preliminari;
  • Gestire al meglio Disturbi Specifici del Linguaggio;
  • Prevenire il Disturbo Specifico dell’Apprendimento.

Come interviene Ohana?

Clinici, educatori e tutor didattici collaboreranno tra loro per proporre in modo ludico e mirato delle attività funzionali agli obiettivi di ciascun bambino.

Cosa sono i “prerequisiti”?

Si chiamano “prerequisiti” quelle competenze preliminari per il successo formativo nella scuola elementare.

Avere dimestichezza con sillabe, grafemi, cifre e numeri, o avere una certa consapevolezza del proprio corpo garantisce al bambino e alla bambina la solidità degli apprendimenti.

Logica, attenzione, capacità verbale e coordinazione

Sono solo alcuni degli obiettivi di Hop hop!

Contattaci per saperne di più! Siamo qui per darti il meglio di quanto abbiamo imparato!

Recupero carenze

Recupero carenze

Hai spesso l’impressione che in alcune materie le tue conoscenze sono lacunose? Ohana è qui per te!

Elementari, medie e superiori

Se sei uno studente o una studentessa della primaria o di secondaria e vuoi colmare i “vuoti” formativi che questo anno difficile ha portato con sé, puoi rivolgerti ad Ohana.

Il servizio di Recupero delle carenze mira a:

  • Rinforzare la tua motivazione;
  • Facilitare l’apprendimento con metodi innovativi molto efficaci;
  • Perfezionare o curare il tuo metodo di studio;
  • Consolidare la tua autostima;

Un tutor tutto per te

Ricapitoliamo: se hai un’età compresa tra i 7 e i 18 anni e vuoi fronteggiare al meglio le carenze scolastiche e formative di questo ultimo anno, Ohana ti darà un tutor specializzato per rispondere alle tue necessità.

Da giugno a settembre

I percorsi si svolgono tra giugno e settembre e si avvalgono di metodologie profondamente inclusive. Ecco perché Ohana è perfetta anche per BES e DSA.

Contattaci! Siamo a tua disposizione!

«Progetto Ponte»

Ohana ti accompagna verso la scuola secondaria di primo grado!

Hai concluso le elementari?

Se hai superato la quinta elementare e vuoi prepararti al meglio per la scuola secondaria, sei nel posto giusto! Ohana ti aiuterà a consolidare le tue competenze logiche, matematiche e linguistiche per cominciare al meglio il primo grado.

Perché un ponte?

Spesso, tra le elementari e le scuole medie ci si può sentire spaesati, dubbiosi. Sorgono interrogativi legittimi:

«La mia organizzazione è adeguata?», «sarò capace di affrontare un programma così diversificato?», «sarà tanto difficile prendere la sufficienza in matematica?», «saranno lunghe le interrogazioni?»

Ohana sa come sostenerti davanti a queste insidiose domande… sarà come camminare su un solido ponte ed essere traghettati dall’altra parte!

Come si articola il progetto ponte?

È molto semplice: Ohana ha organizzato 7 incontri a cadenza settimanale della durata di un’ora e mezza. Ogni incontro si concentrerà su differenti settori di conoscenza e tenderà al consolidamento di determinate competenze.

Un “ponte” inclusivo per BES e DSA

La metodologia che Ohana mette in campo per questo progetto è perfetta anche per tutti gli educandi con bisogni educativi speciali e/o disturbi specifici dell’apprendimento. L’obiettivo è quello di rendere i futuri studenti delle scuole medie perfettamente autosufficienti.

Quando?

Il progetto ponte è attivo dal 14 giugno. Seguici per rimanere aggiornato!

Ohana

A volte i sogni si realizzano, ci dice Valentina Peri

La parola a Valentina Peri, assistente sociale, fondatrice di Ohana e figura fondamentale della Cooperativa Sociale Onlus.

Abbiamo intervistato Valentina per capire com’è nata l’idea di Ohana e come ha potuto diventare oggi la bellissima realtà inclusiva che è attualmente. Ecco cosa ci ha rivelato.

Come ti è venuto il lampo di genio di fondare Ohana?

“Ohana” è stata una buona idea dopo tanta osservazione: tutto quello che avevo sperimentato nel tempo post laurea tra tirocini, esperienze di volontariato, esperienze professionali nel terzo settore e nelle scuole mi ha dato l’ispirazione giusta.

«Sapevo ciò che non volevo»

Avevo ben chiaro quello che non volevo fare e dove non volevo realizzarlo. Insomma sapevo tutto quello che non volevo essere e guardavo con stupore e meraviglia gli approcci integrati, i metodi multidisciplinari, i luoghi di scambio e confronto di Reggio Emilia, di Barbiana, del nord Europa.

Sognavo ad occhi aperti un posto grande, per tutti!

Mi sono lasciata guidare dall’immaginazione di un posto grande (quello che “Ohana” deve ancora diventare) per tutti, una scuola rivoluzionaria, dove ci si potesse prendere cura di tutti, in modo completo, come insegna Don Milani

«I care», diremmo in inglese. «A me importa!»

Sognavo un posto in cui occuparmi di tutto ciò che amo, dalla didattica alternativa alla possibilità di fare ricerca e sperimentazione, dalla pedagogia del fare alla cooperazione tra bambini, dalla solidarietà tra ragazzi all’attenzione dell’osservazione dei terapisti e terapeuti, con un occhio alla scuola pubblica, sempre.

Valentina, potresti dirci Ohana in 3 parole?

Certo, Ohana secondo me è possibilità, ispirazione e inclusione.

Possibilità

Ohana è possibilità di sperimentare il proprio percorso. Tutto può essere ripensato, riprogrammato, re-immaginato. Perché? Perché tutto muta, cambia, si trasforma.

Ispirazione

Ohana accoglie il cambiamento senza paura, accetta le possibilità nuove, si lascia ispirare dalle storie delle persone, dei suoi bambini, dei ragazzi e delle loro famiglie.

Inclusione

Ohana cerca fortemente di diffondere i suoi valori dandosi come grande obiettivo l’inclusione, perché i valori di Ohana siano davvero per tutti e condivisi da tutti.

Cosa hai messo nella tua valigia delle competenze?

Come assistente sociale dovrei citare il codice deontologico e i miei mandati, quello istituzionale e quello sociale. Sento molto fortemente la mia vocazione e il mio ruolo.

Nella mia cassetta degli attrezzi c’è l’autoformazione e la documentazione.

Ovviamente nella mia “cassetta degli attrezzi” ci sono gli strumenti tecnici, la documentazione, che è il come cuore del mio fare professionale.

Comunque, io penso di essere la creativa che osserva, ascolta, fa analisi e individua i bisogni immaginando progetti e percorsi possibili. Mi sembra, a volte di vedere nelle persone tutto quello che possono essere e fare, tutte le loro risorse.

Mi piace pensare che Ohana sia quella spinta che fa emergere i talenti e le potenzialità delle persone, così da permettere loro di trovare la strada.

Ohana può e deve ancora crescere. In quale direzione?

Penso che noi di Ohana dobbiamo continuare a formarci, a farci domande, ad aprire le porte e accogliere nuovi approcci. È compito nostro ripensare cosa stia funzionando e cosa no. Siamo una realtà giovane e abbiamo ancora tanto da imparare. Sicuramente non abbiamo ceduto a facili alleanze, tuttavia il percorso verso una polo educativo rivoluzionario è in atto!

Quali sono gli assi nella manica delle risorse umane di Ohana?

Posso dirlo in cinque punti: professionalità, creatività, capacità di stare e sentire il gruppo, flessibilità e apertura

Ohana consiste in gruppo multidisciplinare professionalmente giovane ma fortemente motivato e preparato. 

Cosa sarà Ohana di qui in avanti?

Ohana sarà un posto sperimentale, che non avrà paura dell’innovazione e di fare qualcosa che nessuno ha mai fatto prima. Sarà un posto capace di mantenere salda la sua mission e non scorderà mai le sue radici. Sarà perciò un posto per grandi e piccini. Sarà un metodo, un nuovo approccio, una nuova ispirazione!

Come scegliere la scuola superiore?

Non aver paura di diventare grande!

Cosa vuoi fare da grande?

Una domanda spesso assillante, che viene rivolta a preadolescenti e adolescenti con disinvoltura, ma che a volte scatena reazioni di disorientamento.

Cominciamo dalla scuola superiore

Innanzitutto è fondamentale pensare che ciò che saremo “da grandi” dipenderà strettamente dalle nostre scelte quotidiane, fatte nel presente, giorno per giorno.

Per questo, possiamo cominciare da oggi a canalizzare le energie in un indirizzo di scuola superiore… senza diventare prede di varie ansie.

Il segreto? Rispetta le tue inclinazione e i tuoi talenti!

Certo, ognuno di noi ha delle predisposizioni, delle abilità, svolge delle attività che gli riescono semplici.

Prova a pensare all’ultima volta che hai detto: «ma dai… è facilissimo!». Che cosa stavi facendo?

Cavalca quell’abilità… aprirai con uno schiocco di dita la tua strada!

Ohana può aiutarti a valutare il percorso più adatto a te!

Sei ancora in difficoltà? Brancoli nel buio? Niente paura: c’è Ohana.

Ohana sostiene gli studenti e le studentesse di terza media che in questo periodo si trovano a considerare il percorso scolastico da intraprendere al termine del loro ciclo di studi per andare poi alla scuola superiore.

Un incontro educativo pensato per te

Da Ohana potrai incontrare alcuni studenti più grandi di te, che hanno già affrontato alcuni anni di scuola superiore e possono darti delle dritte imperdibili ed utilissime a rischiarare la nebbia.

Peer to peer

La metodologia su cui gli incontri che Ohana ti propone sono fondati è funzionale alla soluzione dei tuoi problemi. Spesso, tra pari, è possibile capirsi meglio, prima e interagire senza imbarazzi.

Sei interessato agli incontri?

Ricapitoliamo: se frequenti la terza media e non sai ancora quale scuola superiore scegliere, ti invitiamo a partecipare a questo incontro esperienziale in cui potrai confrontarti con chi ha già scelto la scuola superiore e si è già trovato nella tua situazione. Può essere utile, no?

Contattaci o chiamaci al 📞 351/8634083.

Dalla scimmia al bambino

Messa così, «dalla scimmia al bambino», l’espressione può suonare persino offensiva. È vero. Eppure questa linea genetica o, se vogliamo, di discendenza è stata battuta dal grande Vygotskij senza voler fare un torto a nessuno.

La scimmia, l’uomo primitivo e il bambino

Nel volume dall’omonimo titolo, che Vygotskij, filosofo russo, ha scritto a “due mani” con Lurija, i due studiosi hanno saputo collegare le teorie di Darwin sull’evoluzionismo al campo della psicopedagogia.

Con quali risultati?

Con enormi risultati, poiché oggi grazie ai due psicopedagogisti e teorici sappiamo in che modo si sono evolute le funzioni psichiche superiori dell’uomo.

Se si pensa alla storia dell’uomo come ad una storia del comportamento umano, si può affermare che lo sviluppo psicologico procede su tre livelli progressivi.

Vi sono anzitutto gli istinti, poi i riflessi condizionati, poi le facoltà intellettive.

«Negli istinti degli animali si intravede il prototipo delle emozioni umane», sostengono Vygotskij e Lurija, mentre «nelle condizioni primarie dei riflessi, studiati nei laboratori, la psicologia vede le basi dalle quali si è sviluppata tutta l’attività complessa dell’uomo come prodotto della corteccia cerebrale».

Gli esperimenti di Köhler

Solo con gli esperimenti condotti dal tedesco Köhler la psicopedagogia russa ha potuto trovare l’anello mancante: il punto di congiunzione tra biologia e psicologia.

Tali esperimenti hanno potuto mostrare in che cosa il comportamento della scimmia somiglia a quello umano (che da quello origina).

Il tratto più essenziale dell’intelletto umano – l’invenzione e l’uso degli strumenti – risale nel suo sviluppo al comportamento delle scimmie, che pure, in certe condizioni, sono capaci di scoprire ed usare gli strumenti più semplici.

Le basi dell’adattamento attivo

Inventare e usare degli strumenti per sopravvivere e migliorare la propria qualità o speranza di vita significa, in una parola cara a Piaget, adattarsi.

La nostra intelligenza, intesa come capacità di adattamento attivo, deriva dalla scimmia e approda alla specie umana per il tramite della scimmia antropoide.

Così, bambini, primitivi e scimmie hanno in comune una capacità: quella di ideare e costruire da sé dei mezzi per raggiungere uno scopo.

La psicologia osserva come nei giochi del bambino traspaiono, si sviluppano e si formano le future inclinazioni, le abilità e capacità. Nelle fantasie infantili maturano quegli elementi di immaginazione creativa, che serviranno poi da base all’attività artistica e scientifica dell’uomo.